Fitzgerald Francis Scott - 1922 - Il curioso caso di Benjamin Button by Fitzgerald Francis Scott

Fitzgerald Francis Scott - 1922 - Il curioso caso di Benjamin Button by Fitzgerald Francis Scott

autore:Fitzgerald Francis Scott [Fitzgerald Francis Scott]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9781500495299
Amazon: 1500495298
editore: CreateSpace Independent Publishing Platform
pubblicato: 2014-07-11T22:00:00+00:00


1937:

Risultato - una brutta sceneggiatura. Partii senza soldi, poiché era un contratto a pagamento settimanale, ma disilluso e disgustato, giurando di non tornare mai più, anche se mi dissero che non era colpa mia e mi chiesero di restare.

Sin dalla sua nascita, il cinema è percepito - coscientemente o meno - come antagonista della letteratura, dell’arte in senso assoluto, a cui molto raramente viene riconosciuto lo statuto di arte, soprattutto nel caso del cinema americano. Fitzgerald manifesta quasi un senso di “frustrazione” a tale proposito, in The Crack Up (“Il crollo”):

Vedevo che il romanzo, che ai miei tempi della maturità era il più forte e flessibile mezzo per trasmettere il pensiero e l’emozione da un essere all’altro, stava diventando subordinato a un’arte meccanica e comune che, tanto tra le mani dei mercanti di Hollywood quanto in quelle degli idealisti russi, era in grado di riflettere solo il più banale pensiero, la più banale emozione. Era un’arte in cui le parole erano subordinate alle immagini, in cui la personalità individuale veniva sminuita sull’inevitabile piano della collaborazione. Dopo il 1930, ebbi l’impressione che i film sonori avrebbero reso anche il romanziere più popolare arcaico quanto i film muti. La gente leggeva ancora, anche se solo il libro del mese del Professor Canby - ragazzini curiosi annusavano la melma della signora Tiffany Thayer nelle librerie delle drogherie - ma cera una bruciante indignazione, che in me era diventata quasi un’ossessione, nel vedere il potere della parola scritta subordinata a un altro potere, un potere più brillante, più volgare…

Tuttavia, molto diffuso è l’atteggiamento di chi, come Geoffrey Wagner, sostiene che il debito del cinema verso il romanzo sia molto alto:

Il film trovò nella narrativa, piuttosto che nella poesia o nel teatro, tecniche e strategie visive che contribuirono al proprio rapido sviluppo. In questo senso soltanto il presente libro propone una qualche dipendenza del cinema dalla narrativa. Avendo detto questo, comunque, si capisce che il debito è molto grande. Sono in molti a pensare che negli anni Venti e Trenta gli scrittori a Hollywood trasmettano al cinema «la grazia salvifica della letteratura», salvo poi scoprire che «nei giochi di potere di Hollywood il loro impegno più pesante era quello di salvare se stessi» (Robert Sklar). Fitzgerald, alla terza esperienza a Hollywood, rappresenta l’esempio più concreto di quanto l’industria cinematografica americana abbia costruito, dietro una facciata spettacolare, un circolo vizioso, una trappola per topi da cui è impossibile scappare. Ed è bene chiarire che sotto accusa non è il cinema in senso assoluto, ma quella realtà che del cinema ha fatto la sua più remunerativa attività commerciale, lo studio system. Con la promessa di guadagni facili e di altrettanto facili soluzioni a problemi di diversa natura, Hollywood attira a sé grandi talenti letterari, che del mondo del cinema vogliono scoprire i segreti e trarne ispirazione. Quasi a voler spezzare una lancia in favore di Hollywood, William Faulkner, scrittore anch’egli a contatto col mondo della celluloide - si ricordi soprattutto la sua collaborazione con il regista Howard



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